I supporti principali della Scrittura furono due: la pietra e il papiro.
- La pietra: era abbondante lungo tutto il Nilo. Già ai tempi di Zoser troviamo inscrizioni sulla parete di una cappella: si tratta di figure e geroglifici colorati ed in bassorilievo, che la luce doveva far risaltare.
- Il Papiro: i più antichi sono stati rinvenuti a Gebelein.
Altri materiali, utilizzati soprattutto a scuola:
ostraka
calcare
materiali pregiati nell’uso rituale, ecc..
cuoio
Legno: piuttosto raro, a causa della sua scarsità
Lino (come quello rinvenuto a Gebelein e risalente a circa 9000 mila anni fa e custodito al Museo Egizio di Torino.
Intorno al 2000 a.C. comparvero i primi sarcofagi i quali recavano scritte e figure all’interno ed all’esterno.
Seguirono i “Libri dei Morti” in papiro con iscrizioni limitate; abbondavano, invece, le pitture della Dea del Cielo o dell’Aldilà.
Vi sono, sempre al Museo egizio di Torino, due esemplari completamente coperti di iscrizioni..
DOCUMENTI DI SCRITTURA: LA STELE
E’ uno dei documenti scritti più diffusi dell’Antico Egitto e con uso e funzione assai diversi. Si trovano:
- Stele Religiose: poste in luoghi sacri come Santuari e Templi; la decorazione presenta persone nell’atto di preghiera o offerta e Riporta Inni Sacri, come quelle poste nel Piramidion (cuspide di piramide), che sormontava le cappelle del Nuovo Regno.
- Stele Regali: contenenti documenti vari legati al Faraone ed alla sua funzione.
- Tavole d’offerta: riportanti anche sui lati, iscrizioni riguardanti offerte.
- Stele Magiche: appartenenti soprattutto al primo millennio a.C. e costituenti, praticamente, degli amuleti. Vi è raffigurato il defunto che reca in mano una stele. La figura dominante è quella di Horo-Bambino in piedi su un coccodrillo e con in mano serpenti e scorpioni. Simboleggia le proprietà terapeutiche del Dio e tutt’intorno vi sono fittissime iscrizioni e formule.
- Stele Commemorative: riportanti eventi importanti come imprese, battaglie,ecc.. Famose, tra le altre, sono quella di Thutmosis III, che celebra la vittoria della battaglia di Kerkemish e di Kamose che celebra la cacciata degli Hyksos dall’Egitto.
- Stele di confine: celebre è quella del faraone Akhenaton per stabilire i confini della città dI Akhetaton.
Le più numerose, però, sono quelle funerarie.
STELE FUNERARIE
Appartengono ad epoche diverse e sono dissimili fra loro sia per forma che per contenuto e fanno la loro comparsa già con la I° Dinastia.
Monumento di pietra di modeste dimensioni, su di essa si condensa la decorazione delle pareti di un’intera cappella. Proprio per questa caratteristica è largamente diffusa a partire dall’Antico Regno.
Le Stele dapprima hanno forma rettangolare, ma a partire dalla XII Dinastia sono arrotondate; al di sotto, lo spazio si divide in riquadri o registri, dove si alternano scene di offerte, raffigurazioni dei defunti, preghiere agli Dei. (Osiride, Anubi ed Horo, in particolare).
STELE DELL'ANTICO REGNO
E’ una edicola ricavata nella parete occidentale della cappella, dove si svolgono i riti celebrativi per il defunto, che è quasi sempre un nobile o dignitario di corte.
E’ chiamata convenzionalmente “Falsa Porta” per la sua struttura a forma di porta, con architrave, stipiti, ecc.
E’ un monoblocco di grande dimensione, quadrangolare, ma più spesso rettangolare ed è monocromatico e completamente rivestito di figure ed incisioni distribuite sui registri.
Nella parte superiore è raffigurato il defunto davanti alla mensa e sull’architrave sono riportati il nome ed i titoli del defunto; lungo gli stipiti compaiono le figure dipinte o incise dei membri della famiglia e dei servitori, nelOl’atto di porgere offerte.
Lo scopo è quello di assicurare la sopravvivenza al defunto attraverso un cerimoniale magico-rituale e per questo è necessario pronunciare il nome del defunto e recitare la “formula dell’offerta”. (vedi post: “La complessa religiosità degli antichi egizi)
STELE NEL MEDIO REGNO
Nel Medio Regno la stele funeraria conosce una profonda evoluzione, anche se lo scopo resta sempre lo stesso.
Le stele hanno dimensioni minori rispetto a quelle dell’Antico Regno. Anche la forma muta: sono arcuate, a simboleggiare il firmamento e la via solare che il defunto deve percorrere.
Sono policromatiche e i colori sono assai vivaci, che siano dipinte oppure a rilievo.
I registri sono due o anche più e mostrano varie scene:
- la figura del defunto, che può essere da solo oppure con altre figure minori.
- scena con la “formula dell’offerta”
- scena di preghiera, esortazione o autoglorificazione. Come la stele di Meru, risalente alla XI Dinastia. Di grande importanza poiché riporta la data: 46° anno di regno del faraone Metuhotep II.
Meru è il Tesoriere del Faraone e i colori predominanti della stele sono:
- il rosso (per la pelle degli uomini)
- il giallo (per la pelle delle donne)
- - il verde (per i vegetali)
- - bianco (per gli abiti di lino)
Altro esempio eccellente è quello della Stele di Abkau, della XII Dinastia.
Nel registro superiore c’è una lunga iscrizione in cui egli dice di aver raggiunto Abidos, “scala del Dio Augusto". Poiché questa “scala”, nominata in più stele, corrisponde alla cintura muraria del Tempio di Osiride ad Abidos, forse la stele proviene proprio da lì.
Ne registro inferiore è riportata la scena del defunto assieme alla moglie, Mentutepank, (in atteggiamento affettuoso) davanti alla mensa. Compare anche la figura della figlia Neferut, seduta ai suoi piedi, che si appoggia con gesto affettuoso alle sue gambe.
Sotto, infine, c’è il suo “diletto amico”, Ib, il quale, in veste di chery-webb, sacerdote-lettore, dedica le offerte.
nota: il verde dei geroglifici non è originale: di solito si usava l’azzurro, che era il colore del cielo di Horo.
Altra nota: si tratta di persone di ceto meno elevato di quelle dell’Antico Regno e questo significa che c’è una più larga coscienza e consapevolezza di sé, nel popolo, soprattutto se di ceto medio.
Nell’Antico Regno erano principi e dignitari, qui ci sono anche architetti, tesorieri e “nobildonne”, come si è definita una donna nel registro della sua stele.
LA STELE NEL NUOVO REGNO
Sono le più interessanti e numerose e si assomigliano tutte: arcuate e coloratissime.
Hanno dimensioni ridotte, ma sono molto decorate; in legno dorato, recano iscrizioni votive, propiziatorie e di ringraziamento.
I registri sono diversi e presentano:
- il defunto
- Divinità varie (soprattutto Osiride, Anubi, Horo)
- Testo scritto: con preghiere, ma anche scene del rito della pesatura del cuore o del viaggio del defunto nell’Aldilà.
La principale caratteristica di queste stele sta nel fatto che il defunto non si limita a menzionare i propri titoli (come in epoca Antico Regno), ma vi aggiunge le qualità morali; a questi elementi etici, inoltre, se ne aggiungono altri di carattere religioso: gli Dei, che non compaiono nell’Antico Regno, qui, invece, sono menzionati ed invocati o, addirittura, pronti a ricevere ed accogliere il defunto.
Come nella stele di Nanai, che rende omaggio ad Osiride ed Anubi.
Oppure quella di Kamose, Scriba reale dal 5° al 38° anno di regno del faraone Ramesse II.
Nota: le stele degli operai di Dei-el-Medina, infine, sono tipiche e particolari poiché riportano preghiere rivolte a Meertseger, Dea-Serpente, Protettrice della necropoli; molte di queste stele erano sparse nei luoghi frequentati da serpenti.
LA STELE IN TARDA ETA'
Sono presenti un po’ tutti gli stili; ricompaiono perfino le False-porte.
Policrome e molto arcuate, nei registri si scrive un po’ di tutto: dal viaggio del defunto attraverso la DUAT, l’Aldilà egizio, alle scene di adorazioni agli Dei; dalle iscrizioni riguardanti la vita del defunto a quelle riguardante la storia degli Dei.
Al Museo egizio di Torino vi è una serie numerosa di queste stele, con le seguenti caratteristiche:
- l’Arco, sotto cui il Sole in forma di Disco Solare occupa la parte più significativa della stele
- scene varie, raffiguranti il viaggio della Barca Solare, del Tribunale di Osiride, adorazione agli Dei, ecc..
- iscrizioni varie, come quelle che seguono:
“… chiunque agisca contro questa stele sarà giudicato da Dio, Signore del Cielo”
oppure:
“… io sono stato molto amato dagli uomini…”